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PRIMA LA DIAGNOSI, POI LA CURA

Qualche giorno fa ho partecipato alla prima “diagnosi energetica semplificata” dell’abitazione del progetto portato avanti dal Distretto di Transizione Energetica dei Laghi (DTEL) con la collaborazione di CAST e Agenda 21 Laghi.

Ma cos’è la DIAGNOSI ENERGETICA di un’abitazione?

Da non confondere con la Certificazione Energetica degli edifici – la quale accerta il consumo energetico dell’edificio, così come viene certificato il consumo di  un frigorifero, indipendentemente dall’uso che ne si fa – la diagnosi energetica “semplificata” viene fatta dopo una sorta di “visita” al paziente-casa, per individuare le cause responsabili dei “disturbi” energetici, i cui “sintomi” sono sì gli elevati consumi, ma anche le reazioni indesiderate quali condense, muffe ecc.

Individuate le cause, è possibile proporre alcune soluzioni-cura studiate specificatamente per quel tipo di utenza (numero di persone, modalità di presenza all’interno dell’abitazione, priorità di comfort desiderato ecc.)

La diagnosi non riguarda solo l’analisi dell’orientamento dell’edificio, del tipo di struttura, dei materiali utilizzati per la costruzione, il tipo di serramenti e di impianti, ma anche e soprattutto l’analisi dei COMPORTAMENTI delle persone che ci vivono dentro.

E così, entrando nel primo immobile che è stato analizzato, la prima cosa che abbiamo notato è stata la presenza di condensa sui vetri, muffa agli angoli dei soffitti e attorno alle finestre…sotto le quali, in ogni locale, erano stesi ad asciugare file di panni sopra ai caloriferi! Il bagno, imbiancato di fresco, lasciava intuire lo stesso tipo di problematica.

Il secondo immobile, una bella villa arredata con gusto, anche se un po’ “datato”, viene riscaldata attraverso un sistema ad aria calda…le cui bocchette sono abilmente nascoste dentro una libreria, nascoste e quindi in parte ostruite! Inoltre, per fare spazio all’alloggiamento degli scuri di un’ampia vetrata, il muro perimetrale per buona parte si assottiglia decisamente aumentando le dispersioni.

La casa è inoltre ombreggiata su tutto il perimetro da alti alberi sempreverdi, tanto da “non vedere mai il sole” (queste le parole della padrona di casa). Attraverso l’analisi delle bollette elettriche si è poi evidenziato l’elevato consumo di energia elettrica, tanto da suggerire in maniera spontanea la possibilità di installare un impianto fotovoltaico.

Nel primo caso, prima ancora di diagnosticare la malattia, è evidente come sia possibile se non “guarire” quantomeno alleviare molto i sintomi agendo sul comportamento degli abitanti stessi: prima ancora di sostituire gli infissi a vetro singolo è necessario modificare le proprie abitudini, altrimenti la sostituzione potrebbe addirittura peggiorare la situazione.

Nel secondo caso è necessaria invece una valutazione sul tipo di impianto impiegato per il riscaldamento: l’aria calda infatti può essere una buona soluzione per una casa utilizzata saltuariamente (a patto comunque di non limitarne l’efficacia ostruendo in parte le bocchette di emissione), permettendo di aumentare velocemente la temperatura interna, ma, non agendo per nulla sul riscaldamento delle superfici, non permette di prolungare il comfort termico anche quando l’impianto è spento. Nel caso specifico, la stessa padrona di casa ha ipotizzato l’installazione di una stufa in muratura in sostituzione dell’attuale caminetto.

Un aiuto all’apporto di calore “gratuito” potrebbe poi darlo la potatura “mirata” di alcune piante.

In entrambi gli edifici si potrebbe agire sulla coibentazione di tetto, pareti, serramenti, che richiederebbe una ristrutturazione “pesante” dell’involucro (anche se è possibile procedere per step, dando sempre priorità al tetto!), tuttavia lo scopo della diagnosi energetica è quello di valutare la situazione, e insieme agli occupanti cercare soluzioni “migliorative”, senza perdere l’occasione di “educare” alla sostenibilità ambientale, per lo meno per quanto riguarda i consumi…

Rina Agostino

Architetto, si occupa di Bioedilizia, Bioclimatica ed Efficientamento Energetico degli edifici. Esercita la libera professione principalmente in provincia di Varese e Novara.