OCCHIO AL PAVIMENTO RADIANTE!

Da due anni abito in un appartamento all’interno di un piccolo condominio in classe B, dotato di riscaldamento a pavimento radiante. Durante questo periodo vi ho parlato diverse volte di questo tipo di impianto, descrivendone le caratteristiche e intessendone le lodi dal punto di vista del comfort abitativo.

Devo ora confessarvi che mi basavo soprattutto sulla mia fede incrollabile nelle tecnologie sostenibili, perchè in realtà, nel mio specifico caso, non sperimentavo tale beneficio, bensì constatavo alterni momenti  in cui la sensazione era quasi come stare sopra un calorifero grande quanto il pavimento, oppure sopra una lastra di ghiaccio…tutto questo con il termostato stabile sui 20-21 °C! Devo dire che non ho mai ceduto alla rassegnazione, ma per due anni ho costantemente rotto le scatole al costruttore prima e all’amministratore poi, cercando con forza di persuaderli che qualcosa non andava.

Con uguale atteggiamento sessista, palesato attraverso un sorrisetto di sufficienza, entrambi insistevano il primo  a dire che l’impianto era a posto, ma che non potevo pretendere una regolazione ad hoc, trattandosi di condominio, il secondo che la caldaia era a posto e quindi ci doveva essere un problema nel mio appartamento. Entrambi avevano una certezza assoluta: solo io mi stavo lamentando, ergo il problema forse era addirittura nella mia testa…

E forse avevano ragione, visto che la mia testa è così dura che difficilmente accetta l’inaccettabile, e quindi, all’inizio del terzo anno di esercizio dell’impianto, dopo avere per l’ennesima volta sperimentato la spiacevole sensazione di eccessivo calore sotto i piedi, non mi rimane che “puntare” questi ultimi e ripartire all’attacco. Questa volta riesco ad ottenere un intervento dell’idraulico il quale, con lo stesso sorrisetto ebete, verifica che la temperatura di mandata dell’acqua circolante nell’impianto è, a livello del collettore del mio appartamento, di 47 °C(!) … ma sostiene che in caldaia la temperatura è impostata a 37 °C! Ora, per quale strana legge della fisica l’acqua parta a 37 °C e salendo lungo le tubazioni arrivi a 46 °C, non è stato in grado di spiegarlo (e vorrei ben vedere!), rimaneva però quel sorrisetto di sufficienza a sostenere l’incredibile scoperta.

Per la cronaca, in un pavimento radiante l’acqua deve circolare a una temperatura  attorno ai 30 °C, mantenendo un lieve tepore del pavimento (max. 29 °C), pressochè costante, senza sbalzi termici superficiali.

Per farla breve, ci sono volute un altro paio di litigate con l’amministratore condominiale, e la minaccia di agire autonomamente per poi recapitare il conto; l’intervento di un secondo idraulico che ha verificato l’impossibilità di agire a livello di appartamento essendo il collettore sfornito di valvola di miscelazione; e finalmente l’intervento del primo tecnico  che ha dovuto ammettere che in realtà in caldaia la temperatura dell’acqua era impostata a 46 °C! Ma và?

Ora tutto sembra funzionare, il pavimento è, come è giusto che sia, leggermente tiepido… sono sicura però che qualche vicino di casa, non sentendo il calore sotto i piedi, lamenterà che l’impianto non funziona…spero almeno che sarà felice quando dovrà pagare la prossima bolletta!


Rina Agostino

Architetto, si occupa di Bioedilizia, Bioclimatica ed Efficientamento Energetico degli edifici. Esercita la libera professione principalmente in provincia di Varese e Novara.