Casa, dolce casa?
Ormai sono ben oltre 40 giorni che siamo chiusi in casa. Non so voi, ma io ho avuto modo di riflettere molto sulla “relazione” tra me e la mia casa, non solo come professionista. Ho iniziato a pormi le classiche domande del “settimo anno”:
Me la sono scelta bene? Soddisfa buona parte delle mie necessità? Mi fa stare bene o mi rende irrequieta? Mi abbraccia o mi soffoca? Mi tiene al caldo o mi dà i brividi? Mi lascia “i miei spazi” o li occupa tutti? Mi permette di respirare e affacciarmi sul mondo o mi tiene in gabbia? Mi permette di convivere con altri o mi costringe in un rapporto chiuso?
Posso muovermi, saltare, ballare senza inciampare o prendere in pieno il classico spigolo sul piede? Posso allungare lo sguardo senza ferirlo? Posso imparare a suonare la tromba senza che il vicino venga a sequestrarmela?
Cosa le succede quando io sono fuori tutto il giorno? Se lascio le persiane aperte in un pomeriggio di sole, soffrirà il caldo e si farà trovare rovente? E se al contrario tengo tutto chiuso e non le permetto di prendere aria e luce, non si ammalerà?
Quale cambiamento?
In questi lunghi giorni abbiamo tutti capito che avremo sempre più bisogno di lei, perciò forse vale la pena porsi queste domande e cercare di darsi qualche risposta, meglio ancora provare a fare qualche piccola o grande modifica per migliorare la relazione.
Vendere?
Qualcuno si ritroverà di fronte una tale quantità di insofferenze da volersene andare… in questo momento è un’opzione remota, ma potrebbe provare a portarsi avanti per il futuro. Se la casa è di proprietà dovrà provare a venderla. Le agenzie immobiliari in questo momento sono ferme o puntano tutto sul web, offrendo visite virtuali guidate. Personalmente ho qualche perplessità sul fatto che qualcuno possa impegnarsi all’acquisto dopo una visita guidata, ma in ogni caso, come per le visite in presenza, sarebbe il caso di proporre la nostra “vecchia” non per come la vediamo noi, ma per come potrebbe interessare a un certo numero di persone. Perciò via le foto del vostro matrimonio, i centrini della nonna, le bomboniere e i piatti sporchi. Rifate il letto! Togliete tutto ciò che mette in luce i vostri pregi o difetti e lasciate che sia la casa a parlare… e chissà? Forse alla fine di questo percorso vi innamorerete di nuovo e non vorrete più venderla.
All’aperto
Qualcuno si renderà conto che sarebbe più facile rispettare il divieto di uscire, se avesse a disposizione un giardino o un terrazzo. Qualcuno il terrazzo ce l’ha, ma non si è mai reso conto di quanto possa essere sfruttato come un’estensione della propria casa, o addirittura come un giardino pensile. Persino un balcone, usato solo per stendere, può essere valorizzato per portare un po’ di bellezza oltre le nostre finestre, delegando il “lavoro sporco” a un’ efficiente asciugatrice. E chi non ha neanche il balcone? Potrà portare un po’ di natura viva dentro casa, magari con qualche pianta che aiuti a purificare l’aria e a regolarne l’umidità.
Abitare e lavorare
Qualcuno scoprirà che in fondo lavorare da casa non è poi così male: dorme una mezz’ora in più, fa colazione con calma, risparmia sulla benzina e magari dopo pranzo si concede anche una pennica. E forse potrebbe capire quanto sia importante investire in un buon materasso…
Qualcuno si accorgerà che il taglio del proprio appartamento non è adatto a una famiglia di quattro persone che la abitano forzosamente in contemporanea, ma forse con qualche piccola modifica nella distribuzione potrebbe riuscire a fare spazio e a ricavare un angolo raccolto, se non per tutti almeno utilizzabile a rotazione.
Comfort
Qualcuno sentirà che l’estate si avvicina, e il tetto sopra la propria testa inizia a scaldarsi, e immaginerà la bolletta elettrica della scorsa estate moltiplicarsi per le ore della giornata trascorse a casa. E forse si ricorderà di un articolo letto molto tempo fa J
E voi? Come va la vostra relazione?
nella foto: Gibbon Street – Cavill Architetcs
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Rina Agostino
Architetto, si occupa di Bioedilizia, Bioclimatica ed Efficientamento Energetico degli edifici. Esercita la libera professione principalmente in provincia di Varese e Novara.
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