TUTTI PAZZI PER LO SHABBY CHIC

Più shabby o più chic?

Da un po’ di tempo a questa parte, nelle case imperversa sempre più lo stile Shabby Chic, ovvero la rivoluzione “fashion” della casa Ikea. Perchè faccio questo paragone? Vi siete accorti che 8 amici su 10 hanno in casa uno o più mobili Ikea? Lo “stile Ikea” è talmente entrato nelle nostre case tanto da diventare un componente di famiglia: ormai chiamiamo i mobili col loro nome proprio, per quanto difficile da pronunciare! Il risultato è che le case sono tutte simili: la libreria è Billy, il divano Ektorp, il letto Malm, l’armadio Pax… Tutti rigorosamente bianchi, tanto per non sbagliare.

Giustamente i colleghi arredatori (pardon: interior designer ) si stanno dando da fare per riportare dignità alla professione, e salvare le persone dal contagio. Tuttavia, l’operazione non è così semplice, dovendosi rivolgere allo stesso target: facile fare i fighetti coi mobili a marchio De Padova! Bisogna poi fare i conti col fatto che ai più sfugge la differenza tra il tavolo Tulip di Eero Saarinen e il Docksta di Ikea… prezzo a parte.

E però, soprattutto tra le sfegatate seguaci di Casa Facile si sentiva l’esigenza di uno stile più “personale”, o meglio illusoriamente personale. Ed ecco che arriva in aiuto lo Shabby Chic!

nota, per chi ancora ne fosse al riparo: Shabby Chic Stile d’arredamento nato negli Stati Uniti, consistente nel riutilizzare mobili vecchi in modo nuovo e creativo.

Eccola la parola chiave: “creativo”. È questo che la donna moderna, stufa dei mobili Ikea, sente il bisogno di realizzare, qualcosa di creativo (anche perché, si sa, da giovane avrebbe tanto voluto diventare architetto).

Oltretutto lo stile Shabby è alla portata di tutti e di tutte le tasche: si tratta in parole povere di dare una mano di bianco, panna o “tortora” (solo colori neutri o pastello, questa è la regola) a mobili e orpelli di casa, uniformando così i vari elementi e rendendoli armonici tra loro. Estendere poi lo stesso concetto a cuscini, tende, copriletti, divani e…il gioco è fatto! Avremo tante case tutte diverse ma…tutte noiosamente uguali, esattamente come le “case Ikea”.

No, non mi sto scagliando contro le colleghe decoratrici, trovo che sia ammirevole da parte loro cercare in qualche modo di educare il senso estetico comune, preservando almeno i danni all’occhio. Ma sapete bene come la penso: la gabbietta per uccellini in ferro, anche se verniciata di bianco, rimane sempre un oggetto inutile, benchè più “elegante” che  non dipinto di rosso.

Per me l’ambiente domestico è fatto di spazio, luce e funzione. Una volta risolti questi punti (e qui però ci vuole davvero un professionista perchè non è affatto alla portata di tutti) ed eliminato tutto il resto (attenzione, il colore fa parte sempre della luce), i mobili avranno il posto che si meritano, senza bisogno di coprirli con una mano di bianco…

 

Rina Agostino

Architetto, si occupa di Bioedilizia, Bioclimatica ed Efficientamento Energetico degli edifici. Esercita la libera professione principalmente in provincia di Varese e Novara.