…non è uno slogan Ikea per pubblicizzare l’ultimo modello “green” di cucina, ma un vero e proprio giardino sul tetto di casa, o di un capannone industriale, di un edificio per uffici ecc.
Il tetto-giardino, tanto caro a Le Corbusier, è ancora oggi, soprattutto in Italia, poco utilizzato, ma soprattutto poco “progettato”: non basta infatti ricoprire di terra un tetto, piano o inclinato che sia, e lasciare che la natura faccia da sè, a scopo principalmente “estetico”.
Un “tetto verde” è una vera e propria tecnologia, in molti Paesi considerata tra i principali strumenti per la lotta all’inquinamento, alle polveri sottili, nonchè per il risparmio energetico. Come tale non può essere improvvisato ma vanno prese in considerazione molte variabili tra le quali il tipo di utilizzo che se ne vuole fare (praticabile-non praticabile), il tipo di piante che si vogliono seminare (intensivo-estensivo), non ultima la manutenzione, più o meno impegnativa.
Esiste (per fortuna) addirittura una norma UNI che detta le istruzioni per la progettazione, il controllo e la manutenzione di coperture a verde (UNI 11235:2007).
Non bisogna infatti dimenticare che oltre ad essere una fantastica opportunità di “estensione” degli spazi a verde di una casa, condominio ecc., il verde pensile è prima di tutto un tetto, e come tale deve continuare a proteggere l’edificio dalle intemperie esattamente come prima, anzi meglio di prima!
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Rina Agostino
Architetto, si occupa di Bioedilizia, Bioclimatica ed Efficientamento Energetico degli edifici. Esercita la libera professione principalmente in provincia di Varese e Novara.
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