efficienza energetica

INVESTIRE IN EFFICIENZA ENERGETICA

Conviene investire in efficienza energetica?

Secondo una ricerca del Politecnico di Milano la spesa per l‘efficienza energetica è un investimento che rende : è possibile risparmiare circa 24mila euro in 30 anni e nel contempo aumentare il valore di mercato dell’immobile, che corrisponde ad un “ampliamento” virtuale di circa 10 mq.  Ma come ottenere questi risultati?

Sul versante dei costi, cimentarsi in una riqualificazione energetica  richiede una certa consapevolezza sul fatto che ci si accinge ad affrontare un investimento economico con peculiari costi e benefici.

LA STRATEGIA

Il primo passo è affidarsi ad un tecnico preparato (meglio ancora certificato) capace di calibrare le strategie energetiche più corrette per il clima e per la tipologia di edificio. Il consulente va interpellato fin dalle fasi preliminari di progettazione, dove le decisioni prese hanno un impatto decisivo sui costi.

Anche l’impresa di costruzione dovrebbe essere interpellata in questa fase, o comunque il prima possibile, in modo da coinvolgerla almeno nella definizione del capitolato per far comprendere come il livello di accuratezza del lavoro delle maestranze influisca anche in modo significativo sul risultato finale.

Non bisogna perdere mai di vista l’obiettivo principale: garantire la realizzazione di edifici salubri e confortevoli in virtù di una buona qualità costruttiva, evitando di spingere in modo estremo il parametro di coibentazione termica dell’edificio oltre al necessario.

In altre parole ci si deve sapere limitare alle strategie passive ed agli spessori di isolamento termico o alla quantità di massa termica che garantiscono il migliore investimento economico in termini di rapporto costi benefici.

LA CONVENIENZA

Il calcolo della convenienza economica dell’intervento deve basarsi sulla quantità di energia risparmiata.

I costi di gestione e di manutenzione sono due componenti fondamentali nel calcolo che troppo spesso vengono trascurate.

Fondamentale è anche la definizione del tempo di ritorno degli investimenti, inteso in senso dinamico, che deve risultare inferiore alla vita utile di ogni componente.

Nel gruppo di lavoro europeo Task 40 dell’International Energy Agency, che lavora all’identificazione di una comune definizione di NZEB, si è parlato a questo proposito di “livello di performance energetica che comporti il costo più basso durante il ciclo di vita economico stimato, pari a circa 30 anni”.

L’INVOLUCRO

L’involucro edilizio è la componente che presenta una durata nettamente maggiore rispetto alle altre che compongono l’edificio, impianti compresi, e che se ben realizzato comporta minori costi di gestione e manutenzione.

GLI IMPIANTI

Anche i sistemi impiantistici più performanti non assicurano gli elevati rendimenti prospettati se non vengono accoppiati ad involucri sufficientemente coibentati dal punto di vista termico.

Se il progetto dell’efficienza energetica dell’involucro presenta una serie di limiti che non gli permettono di annullare completamente la domanda di energia dell’edificio, è altrettanto vero che installare impianti efficienti in edifici caratterizzati da involucri disperdenti non rende alcuna giustizia alla efficienza dell’impianto, che verrebbe così sminuita diminuendo la convenienza complessiva dell’investimento.

Solo con un edificio correttamente coibentato e provvisto di un involucro a tenuta all’aria si può sfruttare in modo economicamente efficiente l’impianto e magari arrivare a produrre in loco una quantità anche maggiore dell’energia necessaria al suo funzionamento.

In questo senso il concetto di casa passiva può essere intesa un punto di partenza e non di arrivo per le generazioni attuali e future di progettisti, che saranno capaci di arricchire questo concetto con una produzione efficiente di energia rinnovabile che ci permetterà di svincolarci completamente dall’uso di fonti fossili.

I CALCOLI

I calcoli rigorosi richiesti in genere dagli standard di progettazione e di certificazione legati agli edifici passivi permettono di prevedere il consumo energetico annuo dell’edificio (che però dipende anche dal comportamento degli abitanti della casa) e quindi i costi di gestione e di manutenzione, tenendo presente l’evoluzione del costo dell’energia nel tempo.

I calcoli si basano su una serie dati a disposizione quali l’investimento necessario per rispettare i parametri richiesti da un edificio passivo, la vita utile dello stesso e la rata di interesse sul capitale investito.

Nel progetto di un edificio sono anche altri parametri che difficilmente possono essere quantificabili e quindi determinabili a livello economico, quali l’aspetto estetico, un maggiore livello di comfort che influisce sulla qualità della vita, una migliore qualità dell’aria e le ricadute positive in senso ambientale e sociale.

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Beatrice Spirandelli

Architetto, progettista certificato Passivhaus, autrice di libri e articoli, relatrice a conferenze internazionali, docente di tipologia dei materiali e illuminotecnica presso lo IED di Milano