State pensando che con il caldo estivo sia inevitabile ricorrere all’utilizzo del condizionatore?
…significa che oltre a non leggere con sufficiente attenzione gli articoli di Falacasagiusta (!), non conoscete ancora le incredibili applicazioni dei concetti di bioclimatica , che renderanno inutile il condizionatore!
La prima cosa da fare, ormai lo sapete, è isolare , perchè alle nostre latitudini dobbiamo preoccuparci sempre più del surriscaldamento estivo, oltre che della riduzione dei consumi per il riscaldamento. Fatto questo, alcune semplici azioni di bioclimatica, anche inconsapevole, portano apprezzabili benefici allontanando di molto nel tempo il ricorso al condizionatore, quando non evitandolo del tutto.
Cos’è la bioclimatica? È una metodologia di progettazione degli edifici volta a ridurre i consumi energetici necessari per la loro climatizzazione e illuminazione e a limitare, di conseguenza, l’inquinamento dell’ambiente. Tutto questo senza utilizzo di energia fossile, ma con il corretto “sfruttamento” delle risorse naturali e dei loro comportamenti fisici.
Buona cosa sarebbe introdurre la bioclimatica nella progettazione di nuovi edifici, tuttavia è possibile intervenire efficacemente durante una ristrutturazione, o anche applicarne almeno alcuni principi-base alle nostre abitudini quotidiane.
Per prima cosa bisogna mettersi in testa che in estate, col caldo torrido, le finestre e le imposte vanno tenute chiuse, almeno da mezzogiorno al tramonto. Anche se psicologicamente ci sembra di “respirare” aprendole, sfido chiunque a dimostrarmi che ne trae un vantaggio climatico! Aria calda esterna e aria calda interna non innescano alcuno scambio termico, impedendo quindi la ventilazione dei locali. Il più delle volte l’aria esterna è anche più calda, quindi se anche dovesse esserci una leggera differenza di temperatura, sarebbe l’aria esterna ad essere “attratta” da quella interna e non viceversa. Inoltre è assolutamente indispensabile impedire che le radiazioni solari surriscaldino i vetri o penetrino attraverso le aperture.
Il raffrescamento dei locali deve quindi essere eseguito necessariamente durante la notte, operazione molto semplice nelle località dove il delta di temperatura giorno/notte è apprezzabile. In questo caso è sufficiente aprire tutte le finestre per permettere il riscontro d’aria (per questioni di sicurezza tenete chiuse le persiane, ok…). Per me che abito in un edificio in classe B in zona Lago Maggiore questa abitudine è assolutamente sufficiente a garantirmi sonni tranquilli. Ma vi posso garantire che anche quando abitavo a Milano in questo modo non ho mai ceduto alla tentazione-condizionatore (che per altro non sopporto). Tuttalpiù, ad un ventilatore a soffitto, che facilita il movimento dell’aria.
Chi abita in una casa su due livelli, tendenzialmente nei periodi di picco del caldo tende a trasferirsi al piano più basso, perché come tutti sanno l’aria calda sale naturalmente verso l’alto. Pochi però pensano di sfruttare questo dislivello per estrarre l’aria dall’alto, per effetto camino. Potrebbe bastare anche una finestra posta nel punto più alto, dipende dalla conformazione della casa. Affinché l’effetto camino sia efficace è necessario un “restringimento” della sua sezione nella parte alta in grado di innescare un movimento di “risucchio”, un po’ come succede nei caminetti, appunto.
E veniamo al camino solare: altro non è che una specie di grossa canna fumaria posta sulla sommità del tetto, in grado di estrarre l’aria calda dagli ambienti. Perché funzioni come una vera e propria “macchina”, deve essere costruito in modo che abbia il lato esposto a sud in materiale trasparente, attraverso il quale i raggi del sole permettano il surriscaldamento della sommità del camino (le cui pareti interne devono essere di colore nero). Si innesca così un movimento circolare di aria che letteralmente risucchia quella esausta verso le aperture poste in sommità. Basta poi intervenire su uno sportello sottostante per aprire o chiudere a seconda della stagione (impedendo quindi che in inverno l’effetto camino ci lasci al freddo…)
Con alcuni accorgimenti tecnici, il camino solare può essere utilizzato anche per l’illuminazione naturale di locali bui. Bello, no?
In questo momento ne sto progettando uno per una casa unifamiliare…vi farò sapere!
arch. Rina Agostino
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Rina Agostino
Architetto, si occupa di Bioedilizia, Bioclimatica ed Efficientamento Energetico degli edifici. Esercita la libera professione principalmente in provincia di Varese e Novara.
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molto interessante il CAMINO SOLARE.
dove trovo altra documentazione?
Buongiorno Marcello puoi provare a consultare qualche manuale di bioclimatica. Su internet la documentazione disponibile in lingua italiana è veramente scarsa, ma se cerchi “solar chimney” ti si apre un mondo! E pensare che è una tecnologia molto antica…